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C'è un fico selvatico radicato in cima alla balaustrata; una pianta di cappero pende sulla facciata di Palazzo Poli all'angolo con Piazza dei Crociferi; un cespuglio di verbasco; quattro tralci di edera; un fico d'India; calte e canne di lago; un tronco di quercia sotto la statua della Salute; un carciofo; una vite con quattro grappoli d'uva; una colocasia galleggiante sull'acqua; un fico nascosco sotto il grande vaso; un ciombolino sul lato destro della fontana davanti via della stamperia; un gruppo di piante sepreverdi dove termina la scogliera di travertino.

Vi sono anche alcuni animali: una lumaca striscia sulla colocasia e una lucertola si nasconde in una piccola cavità in facciata.

Sulla parte destra della scogliera ci sono le Insegne di Monsignor Gian Galeazzo Caracciolo, Presidente del progetto della fontana per alcuni anni. Mostra un leone e un tipo particolare di copricapo indossato dai Prelati della Curia Romana.

La fontana è adossata a Palazzo Poli che appartenne alla famiglia Conti, titolari del ducato di Poli, una città del Lazio. Il palazzo fu poi ereditato dalla famiglia Sforza Cesarini family ed in seguito dai Boncompagni fino al 1885 quando il Comune la espropriò. Oggi è sede dell'Istituto Nazionale per la Grafica.

Una delle strade che conduce alla fontana è Via delle Muratte. Prend eil nome dal comandante della Truppe Papali Renzo Musciani, soprannominato Amoratto, che qui viveva nel rinascimento.

La chiesa dirimpetto la fontana è la Chiesa dei SS Vincenzo e Anastasio. Completata nel 1650 all'architetto Martino Longhi il giovane è situata in prossimità del Palazzo del Quirinale, di cui era chiesa Parrocchiale. E' famosa per ospitare e conservare i precordia e i cuori imbalsamati di 25 Papi da Sisto V a Leone XIII. I romani la chiamano anche la "chiesa delle coratelle e dei visceri".

Originariamente di rito Cattolico Romano, dal 2002 la chiesa è stata affidata alla parrocchia dei SS. Cirillo e Metodio di rito bulgaro ortodosso. La facciata è composta da 18 colonne in travertino, così tante che è stata soprannominata il "canneto".

Un'altra strada che conduce alla fontana è Via del Lavatore. Prende il nome dal Lavatore del Papa, una fontana con un grande bacino usato per lavare i panni - un lavatoio pubblico- addossato alle mura del Palazzo Papale al Quirinale. continua...

Uva pendula sugli scogli della fontana

Le insegne di Monsignor Caracciolo

La Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio